IL PROGETTO CARTESIO

Il Progetto Cartesio ha come obiettivo quello di realizzare una Consensus tra colleghi (MMG, Specialisti in Neurologia e in Geriatria) coinvolti nella diagnosi (precoce) e la gestione integrata del paziente con Disturbo Congintivo Minore (MCI). Il Disturbo Cognitivo Minore o Mild Cognitive Impairment, si caratterizza per la presenza di un deficit cognitivo, per lo più isolato, in assenza di una globale compromissione nel funzionamento quotidiano.

A tal proposito, la Consensus andrà ad esplorare ed analizzare 4 domini specifici di questo quadro clinico al fine di comprendere quali siano i segnali "sentinella", le indagini di primo livello da eseguire, le modalità di screening, e le strategie di prevenzione (primaria e secondaria) attualmente adottate nella pratica della medicina generale e del territorio.


METODOLOGIA DI PROGETTO: DELPHI PANEL SEMPLIFICATO

Il Progetto CARTESIO impiega un metodo Delphi semplificato (1).

Il metodo Delphi è uno strumento raccomandato nel contesto scientifico come un mezzo affidabile per determinare il livello di consenso di un definito problema clinico.

Il metodo è un processo interattivo che utilizza una progressione sistematica di votazioni per determinare il consenso all’interno di gruppi di esperti dove esiste uno scarso livello di evidenza clinica e dove quindi le opinioni risultano importanti.

Il metodo Delphi semplificato consiste di 2 passaggi: nel primo round di votazioni vengono messi ai voti gli statements, mentre il secondo round è riservato solo a quegli statements che non hanno raggiunto il cut-off deciso in precedenza e che vengono rimessi in votazione, in fase di Webconference (novembre), con una nuova formulazione.

Un cut-off del 75% è stato scelto sulla base del metodo indicato da Loblaw (2), per raggiungere la validità del livello di consenso, mentre la stratificazione del grado di accordo/disaccordo avviene con l’impiego di una scala Likert a 5 punti

Il partecipante è chiamato ad esprimere il suo grado di accordo/disaccordo su ciascuno statement selezionando il suo grado di accordo:

  • Completamente d’accordo
  • D’accordo
  • Né d’accordo, né in disaccordo
  • In disaccordo
  • In completo disaccordo
1. Graefe A. et al, Int J Forecast 2013;
2. Loblaw et al, J Clin Oncol 2012
(*) PRISMA – Preferred Reporting Items for Systematic reviews and Meta-Analyses for diagram


Disturbi Neurocognitivi: evoluzione della nosologia

La nomenclatura dell'MCI è varia e comprende il deterioramento cognitivo senza compromissione funzionale, il deterioramento cognitivo senza demenza (CIND), il disturbo neurocognitivo minore e il disturbo cognitivo minore, tutti con definizioni e criteri diversi (1).

Nel DSM-5, l'MCI è classificato sotto l'ampia categoria di "disturbo neurocognitivo minore". I criteri del DSM-5 per l'MCI includono la preoccupazione di un deterioramento cognitivo da parte del paziente, dell'informatore o del clinico; il riscontro di deficit cognitivi modesti e l'assenza di interferenze con il funzionamento quotidiano (2).

Nel DSM-5, il termine “demenza” viene sostituito con il termine “disturbo neurocognitivo (DNC)” nelle due forme: “Mild” e “Major” (3). Il DNC “Mild” corrisponde al termine nosologico italiano “DNC Minore” ma spesso viene sostituito nel linguaggio medico e scientifico dal nome corrente anglosassone “Mild Cognitive Impairment (MCI)” o dalla traduzione letterale della parola “mild” che è “lieve” e quindi “DNC lieve”.

È necessario quindi sottolineare che il termine “DNC Minore” è corrispondente alla definizione diagnostica nosologica corretta che viene riportata nei referti specialistici ed è equivalente a “Mild Cognitive Impairment-MCI” o “DNC Lieve” che si possono ritrovare nel linguaggio medico-scientifico corrente.

  • (1) Arabi, Z, Aziz, NA, et al. Early Dementia Questionnaire (EDQ): a new screening instrument for early dementia in primary care practice. BMC Fam Pract. 14: 49. 2013. PMID: 23586732.
  • (2) Adachi, H, Shinagawa, S, et al. Comparison of the utility of everyday memory test and the Alzheimer's Disease Assessment Scale-Cognitive part for evaluation of mild cognitive impairment and very mild Alzheimer's disease. Psychiatry Clin Neurosci. 67(3): 148-53. 2013. PMID: 23581865.
  • (3) American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-5. Fifth ed., Washington, DC, American Psychiatric Association, 2013.


Mild Cognitive Impairment (MCI)

Il deterioramento cognitivo lieve (MCI) è definito come un declino della funzione cognitiva che va oltre gli effetti del normale invecchiamento, ma che non compromette gravemente le attività di vita quotidiana (Petersen et al., 1999).

Da studi epidemiologici basati sulla popolazione, la prevalenza stimata di MCI varia dal 3 al 42% negli adulti anziani (Ward et al., 2012).

In una meta-analisi, il tasso di incidenza dell'MCI negli anziani di età 75-85 anni è stato stimato in 22,5-60,1 per 1000 anni-persona, con un'incidenza di MCI che aumenta con il progredire dell'età (Gillis et al., 2019).

L'MCI è uno stadio clinicamente significativo che spesso precede la demenza o la malattia di Alzheimer (Petersen et al., 2009).

Gli studi indicano un rischio significativamente elevato di demenza nei soggetti con MCI (Roberts et al., 2014); anche se alcuni soggetti con MCI sembrano affetti da MCI sembrano rimanere stabili o migliorano nel tempo, >50% progredisce verso la demenza entro 5 anni (Gauthier et al., 2006).

Gli individui con MCI hanno un tasso annuo più elevato di conversione alla malattia di Alzheimer (3-10% tra quelli identificati in comunità e 10-15% nelle cliniche specialistiche) (Michaud et al, 2017).

Inoltre, il progressivo deterioramento cognitivo provoca anche un deterioramento dell'indipendenza funzionale e della qualità della vita. Si stima che un terzo delle persone con MCI si trovi ad affrontare difficoltà nella gestione delle attività quotidiane che dipendono fortemente dalla memoria e dal ragionamento complesso (Aretouli e Brandt, 2010).

La funzione cognitiva è un costrutto ampio, che comprende una vasta gamma di domini, tra cui la memoria, l'attenzione, la percezione, la risoluzione di problemi, l'abilità psicomotoria e l'integrità sociale (McDougall, 1990).

Rispetto ai soggetti sani, gli individui affetti da MCI mostrano una diminuzione della funzione in molteplici aspetti delle prestazioni cognitive, tra cui la memoria, la pianificazione e l'organizzazione, il linguaggio, le abilità visuospaziali e l'attenzione condivisa (Farias et al., 2006; Aretouli e Brandt, 2010).

Data la natura multidimensionale delle prestazioni cognitive, è possibile utilizzare una serie di strumenti di valutazione per misurare il grado di compromissione dei vari aspetti della cognizione (McDougall, 1990).

Riferimenti:

  • Petersen RC, Smith GE, Waring SC, Ivnik RJ, Tangalos EG, Kokmen E (1999). Mild cognitive impairment: clinical characterization and outcome. Arch Neurol 56:303–308.
  • Ward A, Arrighi HM, Michels S, Cedarbaum JM (2012). Mild cognitive impairment: disparity of incidence and prevalence estimates. Alzheimers Dement 8:14–21.
  • Gillis C, Mirzaei F, Potashman M, Ikram MA, Maserejian N (2019). The incidence of mild cognitive impairment: a systematic review and data synthesis. Alzheimers Dement (Amst) 11:248–256.
  • Petersen RC, Roberts RO, Knopman DS, Boeve BF, Geda YE, Ivnik RJ, et al. (2009). Mild cognitive impairment: ten years later. Arch Neurol 66:1447–1455.
  • Roberts RO, Knopman DS, Mielke MM, Cha RH, Pankratz VS, Christianson TJ, et al. (2014). Higher risk of progression to dementia in mild cognitive impairment cases who revert to normal. Neurology 82:317–325.
  • Gauthier S, Reisberg B, Zaudig M, Petersen RC, Ritchie K, Broich K, et al.; International Psychogeriatric Association Expert Conference on mild cognitive impairment. (2006). Mild cognitive impairment. Lancet 367:1262–1270.
  • Michaud TL, Su D, Siahpush M, Murman DL (2017). The risk of incident mild cognitive impairment and progression to dementia considering mild cognitive impairment subtypes. Dement Geriatr Cogn Dis Extra 7:15–29.
  • Aretouli E, Brandt J (2010). Everyday functioning in mild cognitive impairment and its relationship with executive cognition. Int J Geriatr Psychiatry 25:224–233.
  • McDougall GJ (1990). A review of screening instruments for assessing cognition and mental status in older adults. Nurse Pract 15:18–28.
  • Farias ST, Mungas D, Reed BR, Harvey D, Cahn-Weiner D, Decarli C (2006). MCI is associated with deficits in everyday functioning. Alzheimer Dis Assoc Disord 20:217–223.